FT System nell'Area S.M.A.R.T. di Cosmopack

Le funzionalità Industry 4.0, all’interno di FT System, e del gruppo Arol di cui l’azienda è parte, sono state implementate seguendo due direttrici principali: la prima è quella di integrare i sistemi di ispezione e controllo con le altre macchine della linea per ottimizzarne il funzionamento; la seconda è mirata al monitoraggio del funzionamento delle singole macchine per recuperare informazioni finalizzate alla manutenzione predittiva e al servizio di assistenza da remoto. La parola a Fabio Forestelli, Ceo di FT System.

Sistemi di ispezione e controllo. In questo ambito, l’introduzione di tecnologie “Smart” ha determinato un cambio di paradigma. I sistemi di ispezione e controllo 4.0 installati sulle linee non si limitano, infatti, a verificare la correttezza delle operazioni di riempimento, chiusura, etichettatura, nonché la qualità del packaging, ma si integrano con le macchine “a monte”, acquisendo una serie di informazioni aggiuntive utili a ottimizzare l’intero processo.
Nello specifico, per quanto riguarda il gruppo Arol tale principio è applicato alle linee di chiusura e tappatura, dove controlli svolti dai sistemi a telecamera sul posizionamento e applicazione del tappo o da sistemi che rilevano la forza di serraggio della capsula, non servono solo a rilevare le difettosità, ma anche a elaborare una sere di analisi statistiche – come deviazione standard, valore medio di chiusura, ecc. - che consentono in tempo reale di mantenere ottimizzato e bilanciato il funzionamento della singola testa della tappatrice, correggendo in automatico eventuali “disallineamenti”.

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Manutenzione predittiva. Tutto passa dai sensori montati sulle macchine e che consentono di monitorane il funzionamento. I dati sono rilevati, registrati ed elaborati per individuare eventuali anomalie, e produrre in tempo reale analisi statistiche; tutte queste informazioni vengono poi pubblicate in un cloud così da poter offrire ai clienti un servizio di manutenzione predittiva e di assistenza da remoto.
C’è dato e dato. Un aspetto che senza dubbio va tenuto in considerazione e gestito in modo attento, è quello della condivisione dei dati tra fornitore della tecnologia e utilizzatore: è necessario infatti distinguere tra informazioni quali-quantitative relative alla produzione, che difficilmente il cliente desidera condividere con soggetti terzi, e informazioni provenienti dai sensori installati sulle macchine che sono indicative del loro funzionamento - cicli, condizioni di usura, indicatori critici. Dati di questo tipo, utili esclusivamente a individuare in tempo reale eventuali derive o anomalie, a pianificare interventi di manutenzione preventiva e, in generale, a mantenere le linee nel modo più efficiente, non sollevano particolari problemi di riservatezza, e possono essere condivisi senza problemi con il costruttore di macchine.
 
La realtà dei fatti. In pratica, oggi, la condivisione dei dati avviene, più che altro, in modo puntuale, a seguito di una richiesta di assistenza remota da parte del cliente. Se fino a qualche anno fa per controllare lo stato di una macchine era necessario recarsi in loco, oggi le procedure di audit e assistenza possono essere svolte collegandosi da remoto e verificando una serie di indicatori. La risoluzione dei problemi è quindi più veloce, efficiente e a costi ridotti, rispetto a quando era necessario mobilitare tecnici ed operatori.
Si tratta, comunque, di un approccio nuovo, dal punto di vista tecnologico e “culturale”, le cui potenzialità non sono ancora comprese e sfruttate a pieno.
Il nostro obbiettivo per il futuro è quello di estendere le funzionalità di manutenzione 4.0 realizzando un’infrastruttura che funzioni in modo sistematico e realmente predittivo.

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Gli aspetti più critici da affrontare. Un primo focus riguarda la creazione di infrastrutture adeguate a sostenere una mole ingente di informazioni. Ma è altrettanto importante concentrarsi sulla fase successiva, ovvero la creazione di algoritmi di analisi in grado di estrapolare dai dati raccolti informazioni realmente utili per i clienti.
Esistono ovviamente, ad oggi, diverse piattaforme che operano in questa direzione, nonché start-up specializzate nell’ambito dei Big Data.
La cosa più importante, a nostro avviso, è non perdere di vista l’obiettivo finale, che è quello di sfruttare le tecnologie 4.0 per offrire vantaggi concreti
agli utilizzatori. Altrimenti si corre il rischio di creare infrastrutture complesse e costose in grado di immagazzinare una mole imponente di dati, di cui il cliente non riesce, però, a servirsi.

Parola d’ordine… personalizzazione. Per offrire realmente un valore aggiunto è, quindi, indispensabile comprendere nel dettaglio la specificità di ciascuna produzione, lavorando in stretta collaborazione con il cliente per individuare quali siano effettivamente gli indicatori che è utile monitorare.
Parlando, ad esempio, di sistemi di controllo qualità occorre studiare a fondo il core business del cliente, ma anche il profilo del suo consumatore tipo: in altri termini, definire qual è la qualità percepita, quali sono gli standard qualitativi e di sicurezza alimentare da garantire...
Per realizzare un’infrastruttura dati “sostenibile”, occorre selezionare accuratamente le informazioni utili da archiviare.

Soprattutto sicurezza. È un tema vasto e cruciale, che si articola lungo due direttrici fondamentali. Da un lato occorre garantire “fisicamente” la sicurezza e l’integrità dei dati, proteggendoli da eventuali tentativi di hackeraggio.
Ma esiste anche un secondo aspetto, altrettanto importante, che riguarda come tutelare la proprietà e la riservatezza di tali informazioni, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche legale e giuridico.
Insomma, anche in ambito tecnologico, non dimentichiamo che il fattore umano è ancora protagonista.

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